astello Pasquini, Castiglioncello, Tensostruttura 2, 7-10 Luglio 2011 “gruppo nanou Motel [Faccende Personali]”
di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci, con Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci, Marco Maretti, suono Roberto Rettura, light design Fabio Sajiz, scene Antonio Rinaldi, Giovanni Marocco, cura e organizzazione Elisa Paluan, concept feat. Robert Rebotti {jacklamotta}, foto Laura Arlotti
giovedì 7 luglio, ore 22, Prima Stanza, durata 30′
prodotta da nanou ass. cult e Fondo Fare Anticorpi
venerdì 8 luglio, ore 20, Seconda Stanza, durata 40′
prodotta da nanou ass. cult. e Fondazione Pontedera Teatro
coprodotta da ZTL-Pro, in collaborazione con Palladium Università Roma Tre-Romauropa
sabato 9 luglio, ore 23, Anticamera, durata 40′
prodotta da nanou ass. cult, coprodotta da Armunia, Schloss Bràllin
prima nazionale. Realizzato con il sostegno di Centrale Fies, L’Arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, Ravenna Teatro, Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura, Teatro Fondamenta Nuove, Associazione Cantieri, Città di Ebla
La Trilogia di Motel è sostenuta da Fondazione Pontedera Teatro e Fondazione Fabbrica Europa
Il progetto Motel è una trilogia composta di tre stanze.
Motel è un’unità di tempo, un luogo familiare, disabitato; è la stanza dei segreti, degli amanti, delle puttane, il rifugio degli assassini, la sosta dei viaggiatori.
La drammaturgia, scandita in episodi, è l’interazione di un ristretto numero di personaggi immersi in un ambiente familiare e sostanzialmente ordinario, in cui elementi straordinari spostano l’andamento quotidiano dell’azione.
Motel può solo offrire residui narrativi per riappropriarsi del “Racconto” come maceria di un accaduto. Il “Racconto” è sempre “fuori dalla finestra”. – Il dramma non è presente in scena.
gruppo nanou nasce a Ravenna nel 2004 come spazio di confronto e valorizzazione delle competenze, degli interessi di indagine e delle attività di un gruppo di artisti: Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. Il gruppo affronta, attraverso la condivisione delle proprie peculiarità , una pratica di lavoro basata sulla “relazione scenica” dei linguaggi, facendo riferimento al montaggio cinematografico come pratica di sintesi per una miscellanea di strumenti usati al di fuori da gerarchie.